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  • Immagine del redattoreGiovanna Landi

Coding: un possibile percorso! Prima lezione



In questo spazio vorrei raccontarvi il percorso che ho pensato per i miei ragazzi di terza primaria.

Mi piacerebbe che nascesse da queste narrazioni un confronto.

Potremmo scambiare opinioni e consigli riguardo le modalità utilizzate, i tempi di proposta delle attività e la loro complessità.

Al termine del percorso darò riscontro, a chi sarà interessato, delle nuove consapevolezze acquisite nella messa in pratica delle attività.

Di solito la prima lezione nella struttura è uguale per tutte le classi. Viene però calibrata, per quanto riguarda l’intensità degli stimoli, sulla base dell'età degli alunni.

Questa attività l’ho eseguita venerdì scorso ed è stata un SUCCESSONE!!!

I bambini, nonostante l’età, hanno dimostrato di gradire intensamente Roby: il personaggio da me costruito che diventerà la mascotte della classe. Si sono emozionati all’idea di poterlo accarezzare e abbracciare. Investo particolarmente su questo momento di presentazione perché, quella che potrebbe sembrare una semplice perdita di tempo, in realtà costituisce un forte aggancio motivazionale. Questo mediatore didattico costituisce un anticipatore relazionale importante in quella che sarà l’attività di “immedesimazione” nell’altro. Roby inoltre costituisce il legame emotivo che garantisce l’apprendimento di concetti altri, in base alla teoria della warm cognition.

Ho portato a scuola Roby (è un robot fatto di cartone e materiale povero, che costruisco con mia figlia ogni anno per proporlo alla nuova classe che mi "affidano") per presentarlo agli alunni.

Ho iniziato la lezione in una situazione molto rilassata con i bambini seduti sui tappeti nell’aula di lettura. Ho raccontato la storia di Roby e Cody: due amici per la pelle costretti, loro malgrado, a lasciarsi.

Ho chiesto ai bambini di aiutare Roby a ritrovare Cody. Ho fatto loro notare che per conseguire l’obiettivo sarebbe stato necessario imparare il linguaggio di Roby. Roby non parla esattamente come noi e per far capire gli aspetti pragmatici del linguaggio parlato (quelli legati al contesto e le inferenze, che sono per lo piu' incomprensibili ad un robot visto che non è dotato di intuito), ho simulato una simpatica scenetta in cui Roby va a sbattere contro le porte e non esegue dei semplici comandi.

Mi sono poi spostata in aula e, dopo aver diviso i banchi come a formare una scacchiera con larghi corridoi tra un banco e l’altro, ho mostrato ai bambini le carte (dimensione A5) con le istruzioni AVANTI, SINISTRA E DESTRA.

Ho chiesto loro di interpretare la carta verde, la carta gialla, la carta rossa (questo momento viene graduato ed esplorato in modo diverso in base all’età dei bambini).

Dopo la prima spiegazione delle istruzioni elementari, ho iniziato il gioco: “cerca l’oggetto”.

GIOCO “CERCA L’OGGETTO”

I bambini seduti al banco

Un bambino (Roby ) esce dall’aula e vi rientra solo al richiamo dei compagni.

Un bambino (Cody) si pone in “postazione di programmazione” (la cattedra dell’aula) e utilizza le carte per comporre l’algoritmo necessario per far arrivare Roby all’oggetto misterioso.

Prima che Roby entri in aula, si pongono diversi oggetti sui banchi. Viene scelto l’oggetto verso cui Roby dovrà dirigersi.

Roby viene invitato ad entrare e ad eseguire le istruzioni che via via vengono dettate da Cody.

Trovato l’oggetto si cambia coppia di bambini.

POSSIBILI ESECUZIONI DEL GIOCO/VARIAZIONI:

Cody indica-usa una carta, Roby la esegue…e così via fino all’oggetto.

Cody compone tutto l’algoritmo e solo al termine Roby lo esegue.

Cody aggiunge carte (per depistare Roby), poi insieme si “eliminano” le istruzioni non necessarie/dati inutili.

Dato un determinato percorso (quello della coppia precedente) si deve svolgere l’algoritmo a ritroso per far tornare Roby al punto di partenza.

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